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    Pensieri Sensibili

    • Fare il nido e preparare la capanna

      gennaio 22nd, 2023

      “La mia casa è piccola
      ma le sue finestre si aprono
      su un mondo infinito.”
      Confucio

      Mi è capitato di leggere un articolo dal titolo “Home nesting: che cos’è e perché è sempre più diffuso”.
      Da una recente indagine è emerso che, rispetto al 2018, il 68% degli intervistati passa più tempo tra le mura domestiche e svolge attività che prima non avrebbe mai pensato di fare in casa.
      Questa tendenza a vivere la casa non più solo come un luogo dove stare, ma anche un ambiente in cui esprimersi e sentirsi pienamente a proprio agio, viene definita “home nesting”.
      Rispetto al 2018 sono tante le attività che svolgiamo di più in casa: oltre al lavoro (+31%), è aumentato il tempo che trascorriamo in attività piacevoli e di socialità, come guardare film (+42%), pranzare con i propri cari e incontrare amici (+33%) o fare fitness e tenersi in forma (+26%).
      L’indagine sembra mostrare una nuova “progettualità del buon vivere”, e la casa risulta diventare un luogo più versatile e confortevole.
      Lo stesso fenomeno viene definito in altri articoli come “la sindrome della capanna”, facendo riferimento a quelle persone che hanno vissuto abbastanza bene il confinamento e non hanno più voglia di uscire di casa.
      Alcuni punti di vista sottolineano un aspetto disadattativo in questo comportamento, che coinciderebbe con paure non superate e meccanismi di difesa evitanti legati al lockdown e alla pandemia.

      L’esperienza dell’isolamento ci ha permesso di capire più a fondo i nostri interessi e le nostre inclinazioni, a volte ci ha messo di fronte a paure che non conoscevamo o non eravamo pronti a riconoscere.
      È importante capire se ciò che è cambiato, o che ci ha cambiato, è nato sul desiderio o sulla paura, ascoltandoci senza giudizio per proteggere ciò che ci fa bene e non ignorare ciò che potrebbe nuocerci.
      Voci contrastanti ci assillano con mille consigli, come se esistesse un unico modo per “vivere bene”. La vera libertà è profondamente individuale e vale la pena trovarla.

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    • La fatica dell’equilibrio

      dicembre 22nd, 2022

      Esse [le Persone Altamente Sensibili] hanno un eccezionale bisogno di completezza perché sono nate all’estremità di una dimensione, quella della sensibilità.
      Inoltre non solo siamo una minoranza della società, ma anche una minoranza considerata molto lontana dall’ideale. Spesso ci sembra di dover passare all’estremo opposto: da deboli, difettosi e vittime a personalità forti e superiori. […] Penso che si tratti di una compensazione necessaria.
      Ma per molte HSP la vera sfida è raggiungere un equilibrio. Non essere più “troppo timide” né “troppo sensibili”, o “troppo” in generale, ma giuste, normali, ordinarie.
      H. Aron

      Nel cercare di compensare le nostre sensibilità, abbiamo spesso costruito difese e strategie che sul lungo periodo possono finire per diventare pesanti e inefficaci. Il mondo, con i suoi esempi, mal si adatta alle nostre caratteristiche e preme per la conformità.

      Nell’inseguire un ideale di performance mettiamo a tacere i segnali di malessere e richiediamo a noi stessi un inflessibile rigore nel raggiungerlo. A molte Persone Altamente Sensibili vengono diagnosticati disturbi dell’umore che non fanno che peggiorare la sensazione di non essere “adatti”, all’altezza, normali. Ovviamente anche le Persone Altamente Sensibili possono sviluppare depressione, ansia o altro e una giusta diagnosi può aiutare a velocizzare il recupero del benessere, ma in altre occasioni una buona gestione del proprio tratto dell’Alta Sensibilità può essere un valido aiuto.

      Nel momento in cui ci spogliamo delle aspettative e indaghiamo la nostra unicità scopriamo nuove risorse e prospettive, impariamo a rispettare i nostri limiti e a valorizzare le nostre caratteristiche.

      Scrive Eric Fromm:

      “Non si può essere profondamente sensibili in questo mondo senza essere molto spesso tristi.”

      La sfida più grande per la Persona Altamente Sensibile è probabilmente l’accettare la complessità dei propri sentimenti, la coesistenza di emozioni contrastanti, la visione caleidoscopica della realtà in una cultura sempre più uniformante e semplificante.

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    • Felicità e/è Amore

      dicembre 1st, 2022

      “Quanto più invecchiavo, quanto più insipide mi parevano le piccole soddisfazioni che la vita mi dava, tanto più chiaramente comprendevo dove andasse cercata la fonte delle gioie della vita.

      Imparai che essere amati non è niente, mentre amare è tutto, e sempre più mi parve di capire ciò che dà valore e piacere alla nostra esistenza non è altro che la nostra capacità di sentire.
      Ovunque scorgessi sulla terra qualcosa che si potesse chiamare “felicità”, consisteva di sensazioni.

      Il denaro non era niente, il potere non era niente. Si vedevano molti che avevano sia l’uno che l’altro ed erano infelici.
      La bellezza non era niente: si vedevano uomini belli e donne belle che erano infelici nonostante la loro bellezza.
      Anche la salute non aveva un gran peso; ognuno aveva la salute che si sentiva, c’erano malati pieni di voglia di vivere che fiorivano fino a poco prima della fine e c’erano sani che avvizzivano angosciati per la paura della sofferenza.

      Ma la felicità era ovunque una persona avesse forti sentimenti e vivesse per loro, non li scacciasse, non facesse loro violenza, ma li coltivasse e ne traesse godimento.
      La bellezza non appagava chi la possedeva, ma chi sapeva amarla e adorarla.
      C’erano moltissimi sentimenti, all’apparenza, ma in fondo erano una cosa sola. Si può dare al sentimento il nome di volontà, o qualsiasi altro.
      Io lo chiamo amore.
      La felicità è amore, nient’altro.
      Felice è chi sa amare.
      Amore è ogni moto della nostra anima in cui essa senta se stessa e percepisca la propria vita.
      Ma amare e desiderare non è la stessa cosa.
      L’amore è desiderio fattosi saggio; l’amore non vuole avere; vuole soltanto amare.”
      ~ Hermann Hesse ~

      Ho trovato queste parole in rete, condivise su un social, in una settimana in cui più volte ho affrontato sul lavoro l’argomento “amore”.Quante bellissime riflessioni ho ascoltato, ma anche quante difficoltà e fatiche le Persone Altamente Sensibili affrontano nel cercare un contatto più profondo con un altro essere umano.Cosa significa essere Altamente Sensibili in una relazione sentimentale o nella sua ricerca? Cosa succede quando ci si innamora di qualcuno che non condivide il nostro stesso tratto di sensibilità? Come bilanciare i propri bisogni e desideri? È così sbagliato desiderare l’amore, o desiderarlo così intensamente? Ogni percorso porta a risposte diverse, ogni storia ha un suo senso che va trovato da chi la vive, non ci sono formule che possano rassicurare. Cosa ne pensate?

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    • Ascoltarsi meglio

      ottobre 17th, 2022

      Praticando la consapevolezza, pratichi anche un’assunzione di responsabilità, la responsabilità di essere te stesso e di imparare ad ascoltarti e ad avere fiducia nel tuo essere. Più coltivi questa fiducia nel tuo proprio essere, più troverai facile aver fiducia anche negli altri e contattare la loro bontà di fondo.

      Jon Kabat-Zinn, Vivere momento per momento

      La complessità del mondo e dei suoi stimoli può impattare negativamente sulla capacità di autoregolazione tanto necessaria alle Persone Altamente Sensibili. La domanda più frequente su questo argomento riguarda il come tenere sotto controllo i propri livelli di stimolazione e come accorgersi dell’avvicinarsi del limite. La meditazione, in ogni sua forma, è un ottimo allenamento. Secondo alcune ricerche, otto settimane di esercizio stimolano e rinforzano le aree cerebrali associate con l’apprendimento e la memoria, con la regolazione delle emozioni, con il senso di identità e il senso della prospettiva, diminuiscono le reazioni di stress agli stimoli. I primi risultati delle ricerche in questo ambito mostrano che almeno certe regioni del cervello rispondono all’addestramento alla meditazione riorganizzando la propria struttura funzionale. Per le Persone Altamente Sensibili può diventare un momento indispensabile di ricarica e ascolto di sé per imparare a viversi più autenticamente e consapevolmente.

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    • Completi, consapevoli

      settembre 29th, 2022

      “Imparare qualcosa sulla nostra ombra (non la conosceremo mai del tutto) è la via migliore e forse l’unica per essere liberi dalla camicia di forza della iper-socializzazione che le persone ipersensibili spesso indossano nell’infanzia. In tal modo, la HSP coscienziosa e compiacente che è in voi incontra e ottiene i contributi di una HSP potente, intrigante, compiaciuta e impulsiva. Come in una coppia in cui ciascuno rispetta e controlla le inclinazioni dell’altro, le due parti di voi stessi costituiranno insieme qualcosa di splendido.
      Ecco che cosa intendo quando parlo di perseguire l’interezza.”
      E. Aron

      Capita di non piacersi in un comportamento , capita di reagire come non si vorrebbe.
      Siamo in cammino, in crescita.
      Il bambino che impara a camminare cade ma si rialza e quando impara a scrivere non può fare a meno della gomma.

      Quando si parte alla scoperta di sé inevitabilmente ci si imbatte anche in aspetti che non ci piacciono, che riteniamo “non accettabili”.
      Vorremmo la gomma della nostra infanzia, ma diventare adulti passa per il prendersi la responsabilità di quelle parti, scoprendo che possono essere potenti alleate.
      Se siamo abituati a nascondere ciò che siamo, regalandoci la possibilità di svelarci a noi stessi ci apriamo il cammino nel mondo.

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    • Un ritmo diverso

      settembre 21st, 2022

      “L’individuazione consiste soprattutto nell’essere capaci di ascoltare la propria voce o le proprie voci interiori in mezzo ai rumori interni ed esterni. Alcuni di noi vengono fagocitati dalle pretese degli altri, che possono essere vere e proprie responsabilità oppure rappresentare le idee più diffuse sui modi per avere successo, denaro, prestigio, sicurezza. E poi ci sono le pressioni che gli altri possono causarci semplicemente perché ci dispiace contrariarli. Alla fine molte, se non la maggioranza, delle HSP sono indotte ad attuare ciò che io chiamo “liberazione”, anche se questo non succede prima della seconda metà della vita. Allora si sintonizzano sulle domande e sulle voci interiori più che sulle esigenze altrui. Essendo tanto desiderosi di compiacere gli altri, non ci “liberiamo” facilmente: siamo troppo consapevoli dei bisogni altrui. Tuttavia il nostro intuito ci avverte anche che dobbiamo rispondere alla richiesta che ci viene dall’interno. Queste due forti correnti conflittuali possono impegnare le nostre energie per anni. Non vi preoccupate se il vostro progresso verso la liberazione è lento, perché la lentezza è quasi inevitabile.”
      E. Aron

      Questa settimana il tema della fretta ha portato riflessioni interessanti all’interno del mio lavoro.


      La dottoressa Aron spiega in questo passaggio un’altro dei possibili scenari in cui una Persona Altamente Sensibile può riconoscersi.

      Ognuno di noi ha il proprio ritmo, e se ci guardiamo indietro, ci accorgiamo che ogni cosa che ri-conosciamo (conosciamo con occhi nuovi) oggi è il frutto della nostra intera vita, costruito giorno dopo giorno.


      Prendersi il tempo di fare un inventario, scoprire che tutto può essere riutilizzato e creare un nuovo progetto merita attenzione, rispetto, pazienza, amore.


      Perché ogni individuo è unico, come un capolavoro.

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    • La giusta distanza

      settembre 12th, 2022

      “Alcuni porcospini, in una fredda giornata d’inverno, si strinsero vicini, per proteggersi, col calore reciproco, dal rimanere assiderati. Ben presto, però, sentirono il dolore delle spine reciproche; il dolore li costrinse ad allontanarsi di nuovo l’uno dall’altro. Quando poi il bisogno di scaldarsi li portò di nuovo a stare insieme, si ripeté quell’altro malanno; di modo che venivano sballottati avanti e indietro tra due mali: il freddo e il dolore. Tutto questo durò finché non ebbero trovato una moderata distanza reciproca, che rappresentava per loro la migliore posizione”. (A. Schopenhauer)

      Ecco un paradosso che le Persone Altamente Sensibili conoscono bene, la metafora che meglio descrive il nostro conflitto tra il desiderio di intimità e il timore delle ferite.

      Il senso di solitudine può amplificare l’idea di non essere adatti alle relazioni, le esperienze dolorose del passato vengono rivissute come un monito a non ricaderci. Ma il nostro cuore sensibile non cessa di voler condividere.

      Spesso nel mio lavoro si parla di questo, si riflette su quali sono i giusti confini tra intimità e distanza, come avvicinarsi, proteggersi, gestire gli spazi emotivi nelle relazioni.

      Costruendo un rapporto soddisfacente con noi stessi, lavorando sui nostri valori e ascoltandoci senza pregiudizi troveremo i nostri confini interni, unici e irripetibili.

      Un altro prezioso punto di partenza per arrivare alla meta.

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    • Non siamo pronti, ma partiamo

      settembre 1st, 2022

      Per molti di noi, settembre coincide con nuovi obiettivi, con il desiderio che qualcosa sia diverso, che ciò che l’estate ha seminato possa germogliare in autunno.

      Le nuove sfide fanno un po’ paura, soprattutto se si è portati a pensare di non essere “all’altezza” in generale.

      Mille domande e dubbi rendono difficile la scelta di cominciare, da dove cominciare, fino a chiedersi se davvero ne vale la pena, perchè in fondo se ci si è sempre sentiti un po’ “difettosi” qualcosa di sbagliato deve pur esserci. I pensieri sembrano prendere il controllo e portare la mente avanti e indietro, si creano scenari e si mischiano ricordi.

      E. Tolle suggerisce: “Ogni qualvolta ti rendi conto che il pensiero sta viaggiando senza controllo verso il passato o generando preoccupazioni per il futuro, reindirizza gentilmente la tua attenzione al momento presente. Il risultato sarà una piacevole sensazione di pace e benessere che scaccerà in breve tempo qualunque pensiero. Il sovrappensiero, in termini di preoccupazione e ruminazione, è una strategia appresa che scegliamo – consciamente o inconsciamente – nel cercare di affrontare i nostri pensieri e sentimenti. È fondamentalmente un’abitudine in cui cadiamo, ma possiamo imparare a modificarla.” (Il Potere di Adesso)

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    • Limiti, Confini, Mappe

      agosto 26th, 2022

      Il periodo estivo ci porta più facilmente a “sconfinare”, a muoverci verso nuove mete, se siamo fortunati ad avere più tempo per noi stessi (che per una Persona Altamente Sensibile significa spesso più tempo per i propri pensieri).

      Uno dei temi più “spinosi” che emerge quasi subito quando si decide di lavorare sul proprio tratto della Sensibilità riguarda la gestione dei limiti, il saper dire no, il trovare il proprio spazio. Quali sono i confini che ci spettano? Quali diritti abbiamo e fin dove possiamo spingerci nel farli rispettare?

      Rolf Sellin scrive: “Percepire e rispettare i nostri limiti e confini ci impedisce di chiedere troppo a noi stessi e, al contempo, ci permette di sviluppare al meglio le nostre possibilità, di evolvere e di assicurarci lo spazio che ci spetta nella nostra esistenza.”

      Come per un viaggio, il punto di partenza è fondamentale, di solito coincide con ciò che già si conosce e permette di sapere su quali risorse si potrà contare per mettersi in cammino.

      Il punto di arrivo è la direzione, l’indicazione sulla quale basiamo la decisione del primo passo, ma non va confuso con l’aspetto più interessante dell’avventura.

      La vera soddisfazione è la consapevolezza che si incontra lungo il percorso.

      Secondo Elaine Aron: “Qui c’è una sola regola basilare: per stabilire i confini occorre pratica! Costruire buoni confini deve diventare la vostra meta. Sono un vostro diritto, una vostra responsabilità, la vostra più grande fonte di dignità. Ma non vi angosciate troppo quando sbagliate. Prendete semplicemente nota di quanto stiate migliorando.”
      E. Aron

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    • Scoprirsi Altamente Sensibili

      agosto 12th, 2022

      “Le Persone Altamente Sensibili hanno questa particolarità: quella di sentire e capire il mondo ‘attraverso’. Non scelgono di essere così, lo sono e basta; perciò devono imparare a vivere con il cuore, accettando questo prezioso dono, perché soffrire non è un obbligo, ma un’opzione che non vale la pena scegliere.”

      Quando una Persona Altamente Sensibile che ha appena scoperto di esserlo mi contatta, so che condivideremo le emozioni di questa nuova consapevolezza nella sua vita. Un senso di sollievo, riconoscimento e riconoscenza che tutti, tutti quelli con cui ho potuto parlare, hanno provato.

      Tanti temi ricorrono nelle nostre conversazioni, forte è il desiderio di confrontarsi e, finalmente, capirsi e sentirsi capiti.

      In questo spazio le voci e i pensieri prenderanno forma di domanda, di ispirazione, di riflessione.

      Condividere rende più forti.

      Per una Persona Altamente Sensibile non è facile trovare un luogo dove condividere le proprie riflessioni, dove confrontarsi e riconoscersi nelle parole dell’altro.
      Poichè condividere rende più forti, scegliete dove farmi arrivare i vostri pensieri su questo argomento

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